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sabato 22 gennaio 2011

Sporche femmine scioviniste - Ariel Levy



Sporche Femmine Scioviniste
Ariel Levy

Sporche Femmine Scioviniste

Le donne e l'irresistibile ascesa della Ranch Culture

Castelvecchi - giugno 2006 

Cosa vuol dire «raunch»? Vuol dire, «arrogante, sopra le righe, maleducata e, soprattutto, convinta di saperla lunga». Presentatrici che strillano in Tv mostrando improbabili tette rifatte, donne politiche agghindate come alberi di natale, attrici sempre più gonfiate e altezzose: Ariel Levy è un'innovativa, provocatoria voce del femminismo, capace di denunciare le contraddizioni, l'ambiguità e l'incongruenza di quello che viene spacciato per il «nuovo potere delle donne».

E invece questa finta liberazione non fa altro che riproporre in maniera cretina il mito della «bambolona», quando non si lascia andare addirittura a un atteggiamento esplicitamente porno. Questo saggio è una doccia fredda per coloro cui è stata venduta la patacca di un falso potere, di una rivoluzione sessuale solo apparente e di una ribellione farlocca invece di quello che conta davvero: la libertà.
"Un libro fondamentale per tutte le donne, anzi, per tutti. Sporche Femmine Scioviniste andrebbe adottato nei licei, nonché discusso al cospetto di adolescenti scosciate e di matrice finto-ribelle.
La teoria di Ariel Levy è la seguente: l’interesse primario di un gran numero di donne resta l’essere guardate, considerate, scelte o forse anche accettate dal maschio e, perché questo avvenga, si sono “adattate” a comportamenti maschili (catalogati alla voce “fare la stronza”), si sono sintonizzate su desideri maschili (a chi credete che giovino le tendenze finto lesbo, i tanga da tortura medievale e le depilazioni integrali?), su atteggiamenti maschili (commenti diretti ad altre donne, turpiloquio, stupide gare di resistenza al carrierismo e nella vita) e, al contempo, si sono trasformate nei perfetti (s)oggetti del desiderio.
Oggi una donna deve essere un maschiaccio intelligente che non disdegna il lesbismo, che non teme il confronto, che non si scandalizza davanti a niente e a nessuno, che prende ciò che vuole senza chiedere permesso e senza dire grazie, il tutto rimanendo perfettamente rasata, pettinata, vestita, truccata: insomma, un cyborg sessuale senza sensualità, una novella coniglietta di Playboy che è convinta di saperla lunga solo perché SCEGLIE di comportarsi come una coniglietta di Playboy. Il meccanismo, alla lunga, porta le donne ad ingannare loro stesse, e a svilire una femminilità la cui complessità va oltre una ceretta brasiliana sbandierata come autoconsapevolezza. Da leggere e da rileggere. "


recensione di: Martina Montauti  (11-07-2006)


1 commento:

  1. Per cui quello che succede ad Arcore è solo un'adesione da parte delle protagoniste alla raunch culture visto che il padrone di casa è il proprietario di tre televisioni e la sua casa potrebbe essere vista solo come il posto (ufficio) dove si fanno i casting per vari tipi di spettacoli che vanno dal porno all'intrattenimento. Interessante.
    Viva la seduzione. Abbasso la "raunch culture"

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