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giovedì 1 settembre 2011

"Patologie" - Zachar Prilepin


Autore: Zachar Prilepin
Titolo: Patologie
Editore: Voland
Pagine: 336
Prezzo: € 15.00
EAN: 9788862430685
Traduzione: Enzo Striano



Il giovane Egor appartiene ai corpi speciali russi, gli OMON, di stanza in una scuola abbandonata alla periferia di Groznyj con l'incarico di ripulire il territorio circostante. 
Lui e i suoi compagni, ragazzi un po’ cinici e un po’ sfrontati, combattono un nemico che li odia da secoli. Egor non è un eroe, non ama la guerra e lo scenario di devastazione che ha di fronte esaspera la sua propensione a vivere sentimenti e rapporti sempre sul crinale della patologia. 
Morbosamente possessivo è il legame con Daša, la ragazza che ama e a cui non perdona le precedenti relazioni, e altrettanto ossessivo è l'infantile attaccamento alla cagnetta Daisy... 
Sostenuto da una lingua forte, a tratti brutale pur mantenendo una sua leggerezza, Patologie è un romanzo difficile da dimenticare che scuote profondamente le coscienze dei lettori.

Zachar Prilepin, veterano della guerra in Cecenia (1996-1999), dove era arruolato negli OMON, i corpi speciali russi, è giornalista, redattore della "Novaja gazeta" e membro della Drugaja Rossija (L'Altra Russia). Considerato uno dei migliori prosatori della Russia di oggi soprattutto per la lingua innovativa ed evocatrice, ha pubblicato tre romanzi e un libro di racconti. Campione di incassi, l’autore è stato finalista ai più importanti premi letterari russi degli ultimi anni (Nacionalnyj bestseller, Russkij Buker ecc.) e molti ne ha vinti. Sposato, ha tre figli. I suoi libri sono tradotti in 11 lingue.


Leggi le mie recensioni

"Al centro di Patologie del russo Zachar Prilepin – veterano della guerra in Cecenia (1996-1999), dov’era arruolato nei corpi speciali russi OMON – c’è proprio quella guerra che lo scrittore ha conosciuto in prima persona: crudele, triste, insensata, alienante e inumana. 
In bilico tra la più spietata cronaca e una certa vena autobiografica, Patologie è una lettura che difficilmente si dimentica, anche perché le vicende di guerra sono descritte in maniera così particolareggiata e veritiera da sembrare le scene di un film, e i personaggi, giovani uomini del tutto anonimi nella vita di tutti i giorni, trasfigurati dalla divisa diventano caratteristiche marionette nelle mani del destino – emblematici i nomi: Infame, Stornello, Monaco ecc. – sospesi tra la vita e la morte, in un universo parallelo destinato a sgretolarsi progressivamente sotto il peso di paure e sentimenti ormai ingestibili, che inevitabilmente degenerano in patologie.
Il giovane protagonista, Egor Tasevskij, appartiene al corpo speciale degli OMON che staziona in una scuola abbandonata alla periferia di Groznyj; la sua squadra è incaricata di fare piazza pulita dei ribelli che proliferano in quella zona. 
Egor non è né un vigliacco né un eroe, non ama la guerra e non capisce fino in fondo il senso della sua missione, ma presto, senza neppure accorgersene, arriva a sentirsi un tutt’uno con quei compagni così diversi e a riflettere per la prima volta sul senso della vita. 
Si accorge infatti che la voglia di vivere, quell’essenza primaria che sempre domina l’uomo, si fa ancora più assoluta ed esasperata proprio in presenza della morte, del pericolo, quando ogni istante potrebbe essere l’ultimo..." (continua a leggere la recensione su La Bottega di Hamlin)


"“Patologie” dello scrittore russo Zachar Prilepin è prima di tutto un romanzo di guerra teso e particolareggiato, pervaso da un crudo realismo che non lascia spazio ad alcun tipo di retorica bellicista: la guerra dei Russi contro i loro nemici storici, quei Ceceni che reclamano l’autonomia della loro terra e una loro repubblica, non viene né eroicizzata né idealizzata, come accade spesso in letteratura; è una guerra reale, crudele, ingiusta e vigliacca: è la guerra che lo stesso Prilepin ha conosciuto di persona (lo scrittore russo, infatti, ha combattuto in Cecenia dal 1996 al 1999). 

Il protagonista del romanzo è Egor Taševskij, giovane e sensibilissimo comandante di squadra appartenente agli OMON, i corpi speciali russi tra le cui fila aveva combattuto anche Prilepin.

L’unità comandata da Egor è di stanza a Grozny, precariamente accampata in una scuola abbandonata che per i soldati ormai rappresenta l’intero mondo, il loro mondo, una realtà parallela fatta di lunghe, snervanti attese e cecchini appostati, di agguati notturni e armi puntate, di sangue fresco e cadaveri orrendamente dilaniati, che nessuno osa piangere.

Quella che all’inizio per il plotone sembrava quasi una gita in campeggio, non tarda dunque a svelare il suo vero volto..." (continua a leggere la recensione su Sul Romanzo)

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